Ortopedia e traumatologia

Queste specialità si occupano di studiare l’apparato locomotore e di diagnosticare e trattare le patologie che interessano ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli.

L’ortopedia studia in particolare le patologie

  • del rachide
  • della spalla
  • della mano
  • dell’anca
  • del ginocchio
  • del piede

La traumatologia si interessa di tutte le lesioni conseguenti a traumi a carico delle ossa (fratture), dei tendini, dei muscoli, dei ligamenti e delle articolazioni.

Patologia del Rachide

  • Cifosi e Scoliosi dell’infanzia e dell’adolescenza
  • Cifosi e Scoliosi dell’adulto
  • Osteoporosi e cedimenti vertebrali
  • Ernie del disco
  • Spondiliti e Spondilodisciti
  • Tumori primitivi e/o secondari del rachide   

Patologie della Spalla

  • La sindrome da conflitto sotto acromiale
  • La Lesione della cuffia dei rotatori
  • L’Instabilità e la lussazione della spalla
  • L’artrosi con eventuale trattamento protesico (protesi totale, protesi di rivestimento o protesi inversa).

Patologia della Mano

  • Sindrome del tunnel carpale
  • Sindromi canalicolari dei nervi periferici (ulnare al gomito e ulnare al polso)
  • Sindrome di De Quervain
  • Dito a Scatto
  • Artrosi trapezio-metacarpica o Rizoartrosi
  • Patologie dell’Anca
  • L’artrosi con eventuale trattamento con protesi con tecnica chirurgica mini-invasiva
  • Il Conflitto acetabolare

Patologie del Ginocchio

  • L’artrosi con eventuale trattamento protesico (protesi totale o protesi monocompartimentale)
  • Le lesioni meniscali
  • Le lesioni cartilaginee e loro trattamento mediante terapia conservativa con infiltrazioni di farmaci condroprotettori, acido ialuronico, e/o viscosupplementazione
  • Le lesioni legamentose ed in particolare del legamento crociato anteriore
  • La sindrome femororotulea
  • Le tendinopatie del rotuleo

Patologie del Piede

  • Alluce Valgo
  • Metatarsalgie
  • Dita a martello
  • Malformazioni congenite come piede torto congenito, ipometrie e 5° dito superaddotto
  • Piede piatto del bambino e dell’adolescente
  • Sindromi canalicolari (sindrome del tunnel tarsale e/o sindrome di Civinini Morton)
  • Fascite plantare

Per quanto riguarda la Traumatologia presso la Casa di Cura San Rossore possono essere trattate tutti i tipi di frattura, non in regime d’urgenza, sia del bambino (al di sopra dei 4 anni) che dell’adulto con tecniche a cielo aperto ed eventuali sostituzioni protesiche, mini-invasive e percutanee.

Inoltre possono essere diagnosticate e trattate (con le migliori tecniche mini-invasine) le lesioni tendinee quali la lesione del tendine di Achille, la lesione del tendine rotuleo e la lesione del tendine quadricipitale, l’epicondiliti (gomito del tennista) e le tendinosi associate a peritendiniti dell’achilleo e del rotuleo.

Prestazioni e terapie


Oggi la tendenza della chirurgia oggi è quella di utilizzare tecniche sempre più innovative e minimamente invasive al fine di ridurre le complicanze, ma soprattutto di migliorare e accorciare il processo di recupero postoperatorio. La chirurgia percutanea del piede e’ una tecnica chirurgica rivoluzionaria che ben si inquadra in questo processo.  Infatti, grazie alla sua scarsa invasività, si sta rapidamente diffondendo nell’ambito della chirurgia del piede, sostituendo sempre di più le tecniche tradizionali così dette “a cielo aperto”.
Inventata negli anni ’90 da Stephen Isham, fondatore dell’Academy of Ambulatory Foot and Ankle surgery, e denominata M.I.S. (Mini Invasive Surgery), la tecnica è stata importata in Europa e sviluppata dallo spagnolo Mariano De Prado. Negli ultimi anni questa tecnica ha avuto una sua naturale evoluzione ed è oggi eseguita in maniera molto differente da quanto insegnato e descritto dal Dr. De Prado, di cui rimangono però sempre validi i principi base. Tale metodica permette la correzione delle  principali patologie dell’avampiede come l’alluce valgo, le dita a martello, le metatarsalgie e le deformità del 5º dito. Possono essere trattate anche alcune patologie del retropiede  come lo sperone calcaneare, il calcagno di Haglund ed alcuni chirurghi hanno iniziato anche ad eseguire osteotomie del calcagno. Naturalmente la chirurgia percutanea permette anche di trattare contemporaneamente diverse ma associate patologie del piede. Le correzioni ossee e dei tessuti molli avvengono con strumentario dedicato attraverso mini-incisioni. Questo strumentario è molto ridotto e semplice: microlame per le incisioni della cute e le eventuali sezioni di tendini e di capsule articolari, spatoline con la funzione di creare una camera di lavoro sicura nella quale introdurre e far agire i piccoli strumenti chirurgici, raspette per asportare i detriti e il materiale osseo che si forma con la funzione abrasiva delle frese, frese motorizzate con funzione abrasiva sulle prominenze ossee e funzione di taglio per riorientare e correggere le deformità ossee. Attraverso l’incisione cutanea, è cosi’ possibile eseguire gesti chirurgici precisi che possono riguardare sia le parti molli che le parti ossee. Generalmente questi gesti chirurgici si eseguono sotto controllo di immagini radioscopiche generate da un apparecchio da brillanza.

Gli interventi si eseguono sempre in anestesia loco-regionale, ovvero mediante piccole dosi di anestetico locale alla caviglia ed al piede; la durata media di un intervento è compresa tra i dieci e i venti minuti e le vie di accesso sono talmente piccole che spesso, erroneamente, i pazienti hanno la sensazione di essere stati operati con un laser. L’intervento chirurgico è solitamente eseguito in regime day-surgery ed il paziente viene dimesso deambulando già poche ore dopo l’intervento con un’idonea calzatura a suola piatta e rigida. Il piede viene fasciato con un bendaggio funzionale che è fondamentale per il raggiungimento del risultato. Infatti il mantenimento della correzione, ottenuta durante l’intervento chirurgico, non sarà affidata a mezzi di sintesi metallici, ma proprio al bendaggio che il paziente dovrà portare per circa un mese dopo l’intervento. Il dolore post operatorio è di solito ridotto a una sensazione di fastidio ed è facilmente controllabile con i comuni analgesici.  Un altro vantaggio di questa tecnica, oltre alla mini-invasività, è l’assenza di pneumoischemia: al contrario della chirurgia aperta non viene usato il laccio pneumoischemico alla coscia o alla gamba per evitare l’afflusso di sangue nel campo operatorio. Non usando il laccio è possibile evitare tutte le complicanze ad esso connesse ed è anche possibile sottoporre all’intervento pazienti con deficit vascolari periferici riducendo i rischi di complicanze vascolari. L’insieme dei succitati vantaggi rende la tecnica percutanea particolarmente gradita ai pazienti e la connota, in alcuni casi, come un superamento delle tecniche tradizionali a cielo aperto, che comunque continuano ad avere una loro applicazione. Infatti le tecniche percutanee non possono e non devono essere usate indifferentemente in tutte le patologie e in tutti i pazienti, ma solo quando queste sono foriere di un reale vantaggio.  Questa tecnica chirurgica nelle giuste indicazioni riduce notevolmente le complicanze post-operatorie, accelera il recupero post-operatorio ed è una chirurgia esteticamente insuperabile in quanto lascia delle cicatrici impercettibili. Il dolore post-operatorio è molto contenuto e il periodo di immobilità è ridotto al minimo, per tutti questi motivi risulta molto gradita al paziente.